Quando si parla di action cam, è inevitabile pensare a GoPro, il marchio di proprietà della società californiana Woodman Labs che è stato pioniere nell’introdurre modelli resistente ed impermeabili, pensati soprattutto per il consumatore medio.
Il primo prototipo di GoPro è stato realizzato intorno al 2005: un tempo relativamente recente, ma anche lontanissimo, quando si parla di tecnologia, vista la velocità con cui avanzano le novità in questo campo.
A seguire, cercheremo di ripercorrere le tappe principali che, negli anni, hanno portato alla creazione dei modelli attuali.
Action cam: le origini
Il mercato attuale
I prodotti made in Italy
Conclusioni
Action cam: le origini
Il primo esperimento di action cam può farsi risalire agli anni ’60. All’epoca, l’impresa più memorabile fu quella del paracadutista Bob Sinclair. Per far vivere allo spettatore il punto di vista di un lancio nel vuoto, l’atleta ebbe la geniale idea di installare una macchina fotografica sul suo casco.
Un’iniziativa simile fu, poco dopo, quella del pilota Jackie Stewart, che nel nel 1966 montò una Nikon sul suo casco per scattare una sequenza di foto mentre era alla guida.
Nel 1971 toccò invece all’attore Steve McQueen usare uno stratagemma simile sul set del film “Le Mans“.
Venendo agli anni ’80, e in particolare al 1985, va segnalato il tentativo di Canon di lanciare sul mercato la Ci-10: si trattava di una telecamera davvero piccola, per gli standard del passato, ma il prezzo non era certo accessibile (mille dollari).
Avvicinandoci ai nostri giorni, vale ricordare negli anni ’90 il debutto della “helmet-cam”, la telecamera da casco, usata da alcuni giocatori nel football americano.
Il mercato attuale
Sull’onda del successo dell’americana GoPro, altre aziende concorrenti si sono affacciate sul mercato per cercare di catturare l’attenzione dei consumatori. Tra queste vanno ricordate imprese cinesi come Xiaomi o SJCAM, ma anche la giapponese Sony e un’altra statunitense, Polaroid.
Tutte hanno provato a produrre modelli con caratteristiche differenti, per colmare le lacune lasciate dai primi prototipi.
La concorrenza dei grandi marchi stranieri si rivela particolarmente dura per le aziende italiane che vogliano proporre il proprio concetto di action cam. Gli esperimenti più significativi si contano sulle dita di una mano e, spesso, sono una via di mezzo tra progettistica di casa e il ricorso a componentistica estera.
I prodotti made in Italy
Ne è un esempio 4Storm, un brand fondato da un gruppo di appassionati di sport estremi e di hi-tech. In questa direzione va la scelta di proporre una telecamera in grado di riprendere contemporaneamente in due direzioni grazie al doppio obbiettivo.
Nilox è invece la marca del gruppo Esprinet che si dedica al segmento della tecnologia applicata allo sport e all’aria aperta. Nata in Italia nel 2005, si è dedicata soprattutto alla realizzazione di videocamere sportive. Tra le innovazioni più interessanti dei suoi prodotti, la possibilità di connettere la action cam con il proprio smartphone, controllare in remoto la videocamera e condividere in diretta immagini e video attraverso l’utilizzo dell’apposita applicazione.
Diretta concorrente di Nilox è poi la società italiana Stonex, che ha come direttore creativo Francesco Facchinetti, figlio del cantante dei Pooh, Roby Facchinetti. In questo caso il target dell’azienda sono soprattutto sportivi, youtuber, ma anche aziende.
Conclusioni
Salvo alcune (poche) eccezioni, le action cam totalmente ‘made in Italy’ non riescono ancora a competere con la spietata concorrenza dei grandi marchi stranieri, nord-americani e asiatici in particolare.
Ecco allora che la scelta per un prodotto italiano al 100% forse deve essere orientata più verso l’originalità del design proposto, che verso la tecnologia offerta. Oltre che dalla volontà di premiare il coraggio di alcuni nostri connazionali imprenditori, che hanno deciso di scommettere sul segmento aprendo loro start-up.